Hallelujah! Il deathmatch di Valorant è finalmente arrivato

Giocare a Valorant è spesso un affare stressante. Anche nelle partite non classificate, la sua struttura 5v5 pianta/disinnescata bomba rotonda richiede la massima concentrazione e un po’ di pazienza. È esattamente questo aspetto competitivo dell’esperienza di cui mi sono innamorato negli ultimi mesi, così come ho amato Counter-Strike per lo stesso motivo nei primi anni 2000.

Tuttavia, a volte voglio solo mettere un po’ di musica e fare dei colpi alla testa, capisci?

Grazie al cielo, quindi, è finalmente arrivato Deathmatch per il nuovo ibrido tattico/sparatutto eroico di Riot Games. Il rilascio della patch 1.05 all’inizio di questa settimana ha introdotto una festa della frammentazione 10v10 su tutte e quattro le mappe Valorant. Rimuove le abilità degli eroi e l’economia di gioco dall’equazione e pone l’attenzione fermamente, beh, sui colpi alla testa.

È proprio il tipo di modalità Valorant casual che desideravo ardentemente tra un sudore e l’altro di un’intensa azione competitiva. Non c’è molto da fare nel modo di pensare, nessuna tattica a cui ricorrere, nessun ascolto attento dei passi e, in modo rinfrescante, nessun essere sgridato dai dodicenni arrabbiati per non aver tirato fuori una frizione 1v4. Ho 33 anni, va bene! Le mie reazioni non sono più quelle di prima, piccoli cretini.

Seriamente, però, so di non essere l’unico vecchio confuso così eccitato dall’idea di una modalità Deathmatch senza cervello in Valorant: ho visto grida per Deathmatch dalla beta.

Ma proprio come apparentemente fanno tutti i giochi multiplayer online in questi giorni, il grande debutto di Valorant a giugno è stato un pacchetto piuttosto semplice. Con solo quattro mappe e due modalità di gioco, una delle quali del tutto deludente Spike Rush, la mancanza di contenuti di Valorant è stata un aspetto chiave che ho notato nella recensione del gioco di emagtrends.

Era ovvio che l’intenzione di Riot era sempre quella di basarsi su quell’offerta iniziale, ma la velocità con cui avrebbe effettivamente mantenuto la promessa di nuovi contenuti era sicuramente una preoccupazione.

Tre mesi dopo, però, ed è per lo più un caso finora, molto buono: la concorrenza è arrivata poco dopo il lancio, c’è un nuovo agente che si è appena unito al roster e nel complesso Riot sembra impegnata a supportare Valorant in modo solido.

Certo, ci sono stati alcuni problemi di bilanciamento lungo il percorso e questa ultima patch non era la più stabile. Ma con Deathmatch che ora aggiunge più carne con l’osso, Valorant sta finalmente iniziando a sembrare un pacchetto completo. Uno che sta spalla a spalla con giochi premium come Overwatch e Rainbow Six Siege.

Vorrei sapere un po’ di più sulla possibilità che nuove mappe si uniscano alla rotazione invece di pacchetti troppo costosi di skin per armi? Assolutamente.

Penso che l’intera comunità di Valorant spera che Riot faccia un salto di qualità in tal senso. Ma se quello che abbiamo visto finora è qualcosa su cui basarsi in termini di supporto, il futuro resta luminoso per il nuovo contendente del genere.

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